Per il programma Esperienza Autore oggi conosciamo meglio Ilaria Baldini, autrice di Oltre L’orizzonte.
Toscana, ventiquattro anni, laureata in Lettere e laureanda in Filologia. Ho sempre amato leggere, fin da bambina. Ricordo che, quando mi capitava di passare davanti ad una libreria, dovevo assolutamente entrare. Era più forte di me, come se i libri esposti in vetrina avessero incorporata una calamita e mi attirassero a sé. Questa “attrazione” per i libri non è mai scomparsa, anzi oserei dire che, col passare degli anni, si è accresciuta. Nel tempo libero, devo sempre avere un romanzo tra le mani e sulla mia scrivania non ci sono mai meno di tre libri in attesa di essere letti. Per quanto mi riguarda, i libri sono fondamentali: mi tengono compagnia nei momenti di noia, mi trasmettono serenità quando ho il morale a terra e i personaggi sono quasi degli amici che mi coinvolgono nelle loro avventure. I libri sono una medicina per la mente e per l’anima, in quanto hanno il potere di far dimenticare, anche solo per qualche minuto, a coloro che li leggono i brutti pensieri che li opprimono. Per questo motivo condivido le parole di Charles Montesquieu: “Non ho avuto mai un dolore che un’ora di lettura non abbia dissipato”.
“Oltre l’orizzonte” mostra una realtà molto attuale, purtroppo; il tema principale è la violenza sulle donne. Ma questo romanzo mette anche in evidenza il legame speciale che può esserci tra genitori e figli. L’amore di un genitore per il proprio figlio in certi casi può essere talmente forte da permettergli di superare tutti gli ostacoli che il destino pone sulla sua strada.
Sui quotidiani sempre più spesso si leggono articoli riguardanti aggressioni alle donne. Con il mio romanzo vorrei far riflettere su quanto possa influire un’esperienza di questo tipo nella vita di una persona. Ma non mi sono limitata ad analizzare i sentimenti della ragazza che ha subìto la violenza, bensì anche quelli del suo aggressore, che ha agito sotto l’effetto dell’alcool e si mostra poi sinceramente pentito di ciò che ha fatto; dimostrerà di essere disposto a tutto pur di rimediare al dolore che ha causato a quella povera ragazza.
Amo la scrittura, perché mi permette di esprimermi. Mi affascina qualsiasi forma di scrittura, dalla poesia al racconto fantasy, dal romanzo all’articolo giornalistico. E mi piace osservare le persone, scavare nella loro anima, capire la loro essenza senza fermarmi alla prima impressione. E magari in qualcuno trovo anche l’ispirazione per un nuovo personaggio… Scrivere è una sensazione che mi porta lontano, quando mi immedesimo nel personaggio che sto creando, diventando tutt’uno con esso. Ed è come se stessi sognando: invento situazioni, luoghi e nomi; immagino i movimenti, le sensazioni e le emozioni… sperando di far vivere a chi mi legge le stesse paure, tristezze, felicità o speranze che sto provando io. Scrivere è anche questo: trasmettere emozioni, creare empatia tra te ed altre persone totalmente sconosciute, riuscire ad arrivare al loro cuore.
Dopo “Oltre l’orizzonte”, mi sono dedicata alla scrittura di alcuni racconti e un altro romanzo, “Una piccola speranza”, basato su un’altra forma di violenza, quella che alcune donne subiscono in famiglia.